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I miracoli della tecnologia

 

La totale invasione di dispositivi wearable nella vita quotidiana si sta espandendo nella ricerca nel campo delle disabilità.
Al mondo oltre a chi utilizza uno smartwatch per controllare la propria prestazione nella corsa o per sfogliare le mail dal polso, ci sono migliaia di persone che possono trarre vantaggi
insostituibili tramite l’utilizzo di questi device.

 

Il 2014 è stato uno spotlight per quanto riguarda la ricerca in campo “indossabile” : chi si ricorda il dodicenne paraplegico in tuta robotica che diede inizio ai Mondiali in Brasile?
L’esoscheletro che indossava è stato il primo progetto famoso di Miguel Nicolelis, neuroscienziato brasiliano che, a distanza di due anni, ha pubblicato degli studi sul recupero di mobilità e sensorialità
di otto pazienti paraplegici con gravi danni spinali.
Attraverso l’uso della realtà virtuale e l’addestramento con interfacce neurali una delle pazienti ha riacquistato capacità 
motorie tanto da decidere di dare alla luce un figlio potendo finalmente sentire le contrazioni.
Non da ultimo, quest’estate ha spopolato sul web un video in cui persone affette da daltonismo scoprivano il mondo sotto una nuova gamma di colori grazie a delle apposite lenti.
Progettati per controbilanciare l’anomalia dei coni della retina, causa del daltonismo stesso, gli occhiali EnChroma sono ad oggi lo strumento più efficace per correggere tali difetti cromatici.

Esistono dispositivi tecnologici da indossare adatti ad affrontare anche disabilità come cecità, mutismo e sordità, per esempio Horus, The Sound Shirt e DbGlove, ma tra le ricerche più interessanti troviamo
certamente l’esperimento delle lenti intelligenti.
Nei brevetti depositati si parla di micro-sensori e micro-fotocamere per una realtà aumentata più naturale, ma soprattutto micro-tecnologie per combattere il glaucoma o controllare i livelli di glucosio in
soggetti diabetici. Ancora una volta leggiamo i nomi Samsung e Google, insieme a Novartis e Sensimed.

 

I creatori di wearable devices cercano di fondere le necessità umane con l’hi-tech, rivoluzionando il concetto di svago e apprendimento con dispositivi sempre più futuristici.
Ma cosa succede quando la tecnologia può rivoluzionare totalmente la vita di una persona con difficoltà e di chi le sta accanto?

 

 

VI PRESENTIAMO:

Horus

Horus è un dispositivo indossabile sviluppato per assistere persone cieche ed ipovedenti nella vita quotidiana.
The invisible made audible”: Horus permette al soggetto
di “vedere” il mondo intorno a sè grazie a descrizioni audio di scene, volti, oggetti e testi.
Grazie ai sensori di cui è dotato è un fidato assistente nella mobilità ed un compagno di vita.

 

 

 

 

Reveal

Partiamo dicendo che ad oggi Reveal è ancora un prototipo e la versione per adulti è in fase di elaborazione.
Grazie all’algoritmo e ai sensori di cui è dotato, Reveal monitora le risposte del corpo durante la giornata, rilevando particolari cambiamenti dello stato d’ansia.
Collegandosi all’app dedicata, chi si prende cura della persona affetta da disturbi dello spettro autistico potrà capire cosa sta accadendo.
L’obiettivo è quello di individuare i fenomeni scatenanti in modo da evitarli o imparare a gestirli per migliorare la qualità di vita del bambino.

 

 

 

Embrace

Un bell’orologio disegnato per salvare vite”. Il motto breve e significativo di Empatica lascia senza parole.
Per eseguire test sullo stress solitamente bisogna recarsi in una struttura medica, ma ad una persona affetta da crisi, in particolare un malato epilettico,
il controllo di tali sintomi serve all’istante.
Da questa esigenza nasce Embrace, uno smartwatch dotato di tutti i sensori necessari a seguire la vita quotidiana dell’indossatore, monitorando il sonno,
l’attività nervosa, respiratoria e motoria per avvertire automaticamente le persone care in caso di emergenza.
Embrace ha un costo accessibile (199$) e può fare davvero la differenza.