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TECNOLOGIE WEARABLE, SOCIETÀ e WTT

Ripercorriamo insieme le opinioni degli esperti che hanno partecipato al WTT 2015 riguardo alle tecnologie wearable e al significato di una fiera come il Wearable Tech Torino.

 

 

Cosa pensa del rapporto tra tecnologia wearable e società?

“La scorsa generazione ha sempre visto la tecnologia come un oggetto distaccato, con cui ci si interfaccia occasionalmente, che può comodamente restare inutilizzato sulla scrivania.

Invece la tecnologia indossabile è proprio quella che offre nuove funzioni. Oggi, grazie al progresso tecnologico, è possibile integrare all’interno di un occhiale un vero e proprio computer. Posso trarre un esempio dal campo dell’aereonautica: gli head-up display che permettono di far vedere un pezzo di realtà virtuale digitale al pilota. Essi vengono utilizzati già da quasi una quindicina d’anni in campo militare e commerciale, ma erano dispositivi estremamente grossi e costosi che dovevano essere installati a bordo dei velivoli.

Adesso la stessa tecnologia può essere indossata direttamente dal pilota usando gli smartglasses. In pochi anni questa tecnologia è diventata indossabile.”

Paolo Pari (di HeadApp, una startup nata con l’obiettivo di intercettare la tecnologia di smartglass).

 

 

Che impatto avranno i dispositivi wearable nel futuro?

“Un impatto enorme, soprattutto in campo medico, innanzitutto per stimolarci ad essere fisicamente più attivi, ma anche perché ci permetteranno di ricavare dati sulla nostra condizione psicofisica in tempi molto più brevi rispetto alla tradizionale visita dal dottore. D’altra parte tali dati possono essere utilizzati per altri scopi, per esempio compagnie assicurative che, venendo a conoscenza delle mie condizioni fisiche, potrebbero trattarmi come un cliente a rischio e aumentare il costo della polizza.”

Matteo Mazzeri (divulgatore tecnologico per Enalean). 

 

 

Potrebbe sembrare una tipologia di tecnologia invasiva. È così?

“I wearable non sono per tutti, il livello di accettazione è soggettivo e differente. Queste tecnologie vengono già usate e accettate per il fitness, gli stessi valori verrebbero utilizzati per avere una guida più sicura e meno stressante.”

Luana Danetti (User Experience Consultant per Amaris).

 

 

Cosa pensa della tecnologia wearable e quali conseguenze porterà nel futuro?

“Io assumo una posizione critica nei confronti delle tecnologie indossabili, non per quanto riguarda il prodotto di per sé, ma sulle speculazioni che sono in atto oggi su esse. Sicuramente ci sono dei grandi potenziali, non bisogna però sottovalutare le conseguenze di queste innovazioni a livello economico, sociale e ambientale.”

Marzio Riboldi (ricercatore e industrial designer per Samsung).

 

 

Quali sono le ricerche attuali e in che direzione andranno i wearable del futuro?

“Assolutamente il miglioramento dell’interazione tecnologica. Non penso che potranno sostituire in toto smartphone, PC e tablet, ma possono dare una mano a renderli più utili e migliorarli.”

Antonio Fucito (giornalista di Multiplayer.it e social media manager per NetAddiction).

 

 

Il wearable sarà il nostro futuro?

“Questa fiera e i workshop tenuti sono sicuramente uno strumento importante per mostrare alla gente effettivamente cosa sono e cosa si può fare con questi oggetti.

Se diventeranno il nostro futuro o meno dipenderà da quanto e come programmatori e designer impiegheranno la loro creatività per sviluppare nuovi applicativi per questi prodotti.”

Marco Minerva (MVP Microsoft).

 

 

Crede che fiere come questa siano utili per le persone?

“Fiere come questa dovrebbero essere più numerose ed estese. Lo considero come un segno positivo e di ripresa per il nostro paese. Si tratta di un evento ad alto tasso di innovazione, che tratta un soggetto che si svilupperà molto in futuro. La naturale conseguenza di manifestazioni come questa è la diffusione di un messaggio e di una consapevolezza su quelli che presto diventeranno dispositivi “amici” e compagni nella vita di tutti i giorni.”

Orazio Stangherlin ( di Arcadia Consulting, società che si occupa di head tech, quindi di tutte quelle tecnologie e metodologie innovative utilizzate per accelerare l’apprendimento).

 

 

Una fiera come il WTT è necessaria per diffondere informazione tra l’utenza consumer, dato il rapido sviluppo della tecnologia indossabile?

“Penso sia molto utile una fiera di questo tipo, questa è la prima in Italia, un grande evento a livello europeo. Trovo comunque che gli elementi di maggior rilievo siano che sia stata organizzata interamente dai giovani di JEToP e che sia rivolta ad un grande pubblico, non solo agli esperti del settore.”

Matteo Stoppa (dottorando dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) a Torino e sta completando un visiting period presso il King’s College di Londra).